Ascoltare i Santo Barbaro è camminare con scarpe usurate verso un villaggio nel mezzo del deserto e ricordarsi come ci si è arrivati. Fermarsi un attimo, far depositare la polvere sollevata dagli ultimi passi, guardare il villaggio all’orizzonte, girarsi, asciugarsi la fronte con la manica e ricordare.
I tempi si dilatano e i brani reclamano la giusta attenzione, per composizione poetica letterale e musicale, ti inchiodano al testo come un libro da divorare generando immagini Aldous Huxleyane, Artur Penniane e Joseph Conradiane.
Lorna è un album che non ha paura, di una sicurezza quasi oltraggiosa, che incanta e frusta, che riposa e disturba, servendoti con sonorità mutevoli, dolci, spigolose, lontane, concrete, tangibili al punto di risultare un ricordo della tua memoria. Lorna è un disco libero di fare ciò che vuole e i forlivesi Santo Barbaro hanno avuto il coraggio di prendersi questa libertà.
I tempi si dilatano e i brani reclamano la giusta attenzione, per composizione poetica letterale e musicale, ti inchiodano al testo come un libro da divorare generando immagini Aldous Huxleyane, Artur Penniane e Joseph Conradiane.
Lorna è un album che non ha paura, di una sicurezza quasi oltraggiosa, che incanta e frusta, che riposa e disturba, servendoti con sonorità mutevoli, dolci, spigolose, lontane, concrete, tangibili al punto di risultare un ricordo della tua memoria. Lorna è un disco libero di fare ciò che vuole e i forlivesi Santo Barbaro hanno avuto il coraggio di prendersi questa libertà.
d.m.
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