Nel panorama dei cantautori italiani stanno sgomitando diversi nuovi nomi. Uno di questi si fa chiamare DENTE e in questo fine 2011 è in giro per presentare il suo nuovo album. In questa prima trance di concerti suonerà all’Off di Modena e all’Estragon di Bologna. Queste sono le sue parole.
Il
tour è iniziato da qualche giorno. Avverti un cambiamento nel
pubblico rispetto ai precedenti tour?
No, non
ho notato nessun cambiamento. Rimane una platea molto attenta, che si
diverte a cantare con me. Mi sono stupito, nelle prime date, che il
pubblico conoscesse a memoria anche le nuove canzoni, che perfino io
facevo fatica a ricordarmi. È stata una bella soddisfazione vedere
che i nuovi brani sono già tra i preferiti degli ascoltatori.
Il
nuovo album è balzato, nella settimana di uscita, al quindicesimo
posto nella classifica di vendita. Ti aspettavi un risultato così
sorprendente?
Mi
aspettavo di andare in classifica perché c'era un pò di attesa
nei confronti del disco. Sicuramente tutti i fan raggiunti con i due
precedenti album hanno subito acquistato il disco, spingendolo in una
buona posizione. Io avevo pronosticato un venticinquesimo posto,
quindi grande soddisfazione.
Questo
risultato significa forse che gli ascolti degli italiani stanno, in
qualche modo, cambiando?
Sì,
stanno cambiando. C’è in atto una bella rinascita che ho colto
andando in giro per l’Italia. Gli ascoltatori hanno ricominciato,
cosa inaspettata, ad acquistare i cd. Inoltre c’è una nuova leva
artistica che sta crescendo molto bene, scrive canzoni molte belle e
molto popolari, diversamente da alcuni anni fa quando la musica
indipendente era vista come un qualcosa di difficile e ostico. Oggi
c’è più leggerezza e le canzoni sono diventate più fruibili.
Infine c’è più apertura anche da parte dei media rispetto ai
nuovi nomi che sono nati artisticamente in queste ultime stagioni.
Ti
ritieni un cantautore leggero?
Assolutamente
no. Non credo che i miei testi siano leggeri, mentre la musicalità
dei miei dischi è decisamente fruibile. Pesco a piene mani dal
bacino della canzone d’autore italiana che amo tanto. La mia musica
si può definire fruibile, non leggera.
Se
dovessi consigliare l’acquisto del tuo ultimo album cosa diresti?
Prima di
tutto la vendita dell’album mi aiuterebbe a pagare l’affitto di
casa. Scherzi a parte, non mi sento di consigliare i miei dischi o i
miei concerti. Se un ascoltatore s'imbatte nelle mie canzoni, può
decidere in autonomia di venire al concerto o di acquistare il disco.
Per me l’importante è continuare a fare musica.
Oggi
quanto conta nel mondo musicale apparire nei posti giusti al momento
giusto?
Credo
che il farsi vedere non conti più di tanto. Un esempio ne sono i
Verdena, un gruppo che non vedi mai in giro, ma che con il loro
vivere eremita ha raggiunto un successo notevole.
Tre
nomi, tre pareri. Afterhours. Bugo. Subsonica.
Gli
Afterhours sono un gruppo storico che seguo dall’album “Germi”.
Mi è capitato di cantare con Manuel Agnelli un mio pezzo ed è stata
una forte emozione. Bugo è un artista molto importante per la musica
italiana. Quando l’ho visto per la prima volta, ho capito che si
potevano fare determinate cose, si potevano scrivere delle belle
canzoni parlando in un modo diverso. I Subsonica non rientrano nelle
mie corde. E’ un ottimo gruppo per ballare. Il valore di un Bugo
rispetto ai Subsonica è decisamente un'altra cosa.
Però
anche con alcune tue canzoni si potrebbe ballare.
E’
vero, ma con i Subsonica il motivo fondamentale è il ballo.
a.t.
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