SALUTI DA SATURNO -EMILIAEXCLUSIVE-



   I SALUTI DA SATURNO sono uno dei pochi nomi che ha segnato il panorama musicale peninsulare con un album, “Parlare con Anna”, che è stato un fulmine a ciel sereno. Da pochi giorni è uscita la seconda fatica discografica, “Valdazze” e così abbiamo rivolto a Mirco Mariani quattro domande. Tra folk, pop e musica d’autore. Tra malinconia e gioia. Tra passato e futuro.

Saluti Da Saturno è un nome decisamente particolare. Come nasce?
“La mia idea era di salutare dall’alto, in modo di non essere legato alle cose materiali. Considerando che le mie canzoni sono tra la malinconia e la gioia, questo nome mi sembrava che potesse calzare alla perfezione. Il nome, inoltre, deriva anche dal mio amore viscerale nei confronti di Fellini cui lego la parte del sogno che c’è nel progetto”.

Molti hanno definito la tua musica “Pop d’autore”, ti ritrovi in una definizione del genere?
“Le definizioni sono quelle cose che non ho mai preso troppo sul serio. A me piace scrivere delle canzoni ed ho i miei riferimenti. Il nuovo album l’ho dedicato a Sergio Endrigo e Fiorenzo Carpi e questi sono i miei capisaldi. Se poi la mia musica è pop, non ne ho idea. Il mio obiettivo è creare delle canzoni che non siano mai ripetibili, anzi devono essere imprevedibili”.

In un periodo così buio c’è, o ci deve essere lo spazio anche per sorridere?
“Io credo che il sorriso sia fondamentale e la musica deve far sorridere. Non si può portare avanti sempre idee pesanti e concettuali, perché così facendo ci si stanca. La musica deve portare allegria”.

Che cosa deve aspettarsi chi non vi conosce da un vostro concerto?
“Deve aspettarsi delle sorprese. Il nostro concerto è preparato in sala prove al 50%, mentre il restante succede lì, sul palco. Il mio obiettivo è che l’ascoltatore deve sentirsi come se fosse sul palco con noi. Ai nostri live può succedere che decidiamo di andare a ballare in mezzo al pubblico e magari uno o più spettatori possono essere “trascinati” sul palco con noi, magari per cantare un brano insieme. Il nostro pianobar è una festa, dove ci sono momenti surreali, tra divertimento e malinconia. Per me l’importante è non annoiarsi, non voglio ripetere concerto dopo concerto un cliché, uno spettacolo sempre uguale. Sì, con i Saluti Da Saturno questo non accade”.

a.t.

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