Mario Biondi -emiliaexclusive-


Mario Biondi è una voce nera dalla pelle bianca. Biondi è il nome balzato al grande successo (dove per grande s'intende immenso) con alcuni lavori discografici che hanno travalicato senza problemi i patri confini. Biondi è un crooner che in questo momento è dall’altro capo del telefono e con la sua voce calda e profonda risponde alle nostre domande. Un grande. Non c’è che dire.

Nel 2004 un tuo brano destinato al mercato giapponese fu trasmesso da BBC One. Come hai reagito a questa notizia?
L’ho saputo da un mio amico che m'inviò una serie di playlist della BBC con la programmazione di Norman Jay (dj della BBC) e notai che all’inizio ero al quinto posto, poi al terzo, poi al secondo e infine al primo. Pensai a uno scherzo, non ci ho creduto fino a quando, un giorno, ho incontrato Norman che mi ha fatto tanti complimenti confermandomi la sua intensa programmazione del mio brano.

Tu ti muovi in un ambito musicale prettamente anglofono. Da italiano bisogna stare attenti ai passi che si fanno o si può andare dritti per la propria strada?
La differenza la fa come ti poni nei confronti della professione piuttosto che il linguaggio che usi. E’ il modo di sposare la musica, di come persegui la strada che hai iniziato a percorrere che è importante. Dopo il successo ho capito che potevo lavorare meglio e di più. Non sono arrivato a nessun traguardo, ho invece trovato un punto più solido e saldo.

La tua è una carriera di successo, non ti sei mai fermato un attimo a pensarci?
Ogni tanto cerco di capire dove sono arrivato e quale direzione devo prendere, credo sia fondamentale. Ovviamente quando si è sul palco non si pensa a quanto si è famosi o meno, si canta e basta. Il bello del nostro lavoro è che ogni giorno è un giorno nuovo. Ogni serata è diversa dall’altra.

a.t.

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