SONDA VOL. 2


Il Progetto SONDA  fa un altro importante passo. 
Per la seconda volta ha portato band e solisti in studio di registrazione, insieme a un produttore (Marco Bertoni) per registrare un brano e pubblicare la seconda raccolta con i più meritevoli iscritti al progetto. Una giornata che per molti degli artisti coinvolti è stata la prima esperienza in uno studio di registrazione e la prima volta con un produttore artistico. Da questa esperienza ne è uscita una nuova mappa di quello che si muove a livello regionale in ambito musicale. Un ambito che, come si potrà ascoltare è vario e variopinto.
Da subito s'intuisce che il livello qualitativo delle proposte emiliano romagnole è decisamente alto, la mutazione del fare musica negli ultimi anni ha permesso la crescita di decine di musicisti consapevoli delle loro capacità, che soffrono “soltanto” l’enorme proposta musicale che si riversa quotidianamente sulle orecchie degli ascoltatori. Un mare in tempesta nel quale ogni piccola imbarcazione fatica a navigare, imbarcando acqua a ogni ondata. In aiuto di questi natanti arriva per la seconda volta Sonda e la sua raccolta. 

Il CD si apre con i The Villains (da Modena), che ci tengono all’articolo del loro nome ed eseguono un tirato pezzo rock cantato in inglese con voce femminile che ricorda i primi Blondie, quelli più punk e meno pop, energici e compatti; si prosegue con i Sun On Sunday (da Bologna) e le coordinate geografiche si spostano nelle desolate lande statunitensi, dove il rock è nel dna di vaccari e panzoni bevitori di birra, rock’n’roll in inglese ottimamente eseguito da far invidia agli originali; dopo due brani virulenti ci rinfranchiamo il cuore con il Collettivo Ginsberg (da Forlì) che musica un paio di poesie: “Inno Alla Morte” di Ungaretti e “Papà Morte Blues” di Ginsberg, tra musica tagliata con affilati coltelli da macellaio e brividi che ci attraversano tutto il corpo; ora tocca invece a Moving Barley (da Ravenna), con la sua voce delicata e sognatrice, un piccolo affresco di pacata dolcezza che ci permette di chiudere gli occhi e fantasticare; con i Frankspara (da Bologna) si ascolta un rock pop ben articolato e ben congeniato, ricorda a volte i momenti più ispirati di Max Gazzè, parallelo da leggere in maniera positiva e senza accorgersene ci si ritrova a canticchiare; con i Tange’s Time (da Carpi) il gioco, invece, si fa più pesante, il gruppo è una sorta di circo dell’assurdo, dove ogni più piccolo “giocattolo” ti porta su altrettante strade da esplorare, qui la band si mette al servizio di un problema serio come quello dell’inquinamento con fare ironico e serio; con l’arrivo dei My Speaking Shoes (da Modena) il gioco torna a farsi pesante e malato, rock al vetriolo che scoppia come mine antiuomo a ogni nota che esce dall’impianto, tra urla e chitarre infuocate; l’atmosfera torna a rilassarsi con Grazia Cinquetti (da Parma) che ci porta per mano a Parigi e nella sua atmosfera che non si respira in nessuna altra parte del mondo, la Cinquetti saltella proprio con grazia da una parola all’altra e ci mette di buonumore; Nicoletta Grazzani (da Forlì) è un’altra voce femminile dolce e leggiadra, con la capacità di farci battere il cuore e la voglia di riascoltarla all’infinito; i NuovaLinfa (da Reggio Emilia) ci riportano invece sulle assi di un palcoscenico con un combo di hip hop che cita perfino Sonda nelle loro rime calde e appassionate, la base musicale non ci da scampo, bisogna battere il tempo; i Shelly Johnson  Broke my Heart (da Rimini) sono invece amanti di psichedelia, wall of sound e band come Jesus And Mary Chain, eterei e ipnotici, sono da ascoltare in cuffia e la nostra testa esploderà in mille pezzi; i Simple Shoot (da Cesena) sono il classico gruppo di pop punk alla Green Day (solo per citare uno dei nomi più famosi del panorama), un punk rock cantato in inglese che viaggia spedito senza permettersi fermate intermedie, si sale e si scende alla fine della corsa contenti e felici di aver saltato fino allo sfinimento; con i Shijo X (da Bologna) le sonorità diventano più dilatate, i suoni più artificiosi e l’elettronica prende il sopravvento, una voce femminile accarezza le note mentre i suoi compari “pistolano” su marchingegni strani e strambi; sul finale della raccolta arriva Giovanni Baiardi (da Piacenza) con il suo rock pop in italiano ben confezionato e aggressivo come lo possono essere i brani che strizzano l’occhio alla classifica e agli amanti del rock; in chiusura i Dobermann Trio (da Bologna) che mettono la parola fine (a loro modo) alla compilation, con un vero e proprio assalto sonoro dove i superstiti non siamo di certo noi, ma chi non c’era, Primus style che ti atterra con un pugno in pieno volto e tu stramazzi al suolo per non rialzarti.
Sonda Volume 2 è uno spaccato dell’Emilia Romagna in musica, una terra che è sempre pronta per raccogliere qualsiasi sfida abbia davanti. Come avevo chiuso la recensione del primo volume rinnovo i complimenti a tutti gli artisti, alle loro idee artistiche, alla passione che ci mettono e a Sonda sempre alla ricerca di buona musica da ascoltare.

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